Grazie ai recenti progressi dell’apprendimento automatico, i sistemi di generazione del linguaggio stanno diventando sempre più diffusi.
Siamo nell’era della creazione per l’uomo e non più dell’uomo?
L’ufficio brevetti del Sud Africa e dell’Australia ha ufficialmente riconosciuto una intelligenza artificiale come inventore nell’ambito del deposito di una domanda di brevetto d’invenzione.
Il brevetto è stato depositato anche negli Usa, nel Regno Unito e nell’Unione europea, paesi in cui è stato, quantomeno per ora, formalmente rifiutato, per l’assenza della forma prescritta che qualifica come inventore una persona umana (la sola ad avere la capacità mentale di generare un’invenzione che gli sia giuridicamente attribuibile).
Come è noto, la titolarità di un brevetto e il diritto di sfruttamento economico dello stesso sono riconosciute ad una persona fisica o ad una persona giuridica. Nel quadro legislativo nazionale ed internazionale, invece, l’inventore deve essere una persona fisica e il diritto ad essere riconosciuto autore e ad essere indicato nel brevetto è da sempre considerato inalienabile, a differenza del diritto allo sfruttamento economico del trovato.
Il dibattito è filosoficamente aperto e si presta a valutazioni di tipo umanistico, legate alla dignità delle persone e al carattere prettamente umano dell’attività inventiva e non ad una logica puramente commerciale.
Al mondo della Proprietà Intellettuale resta quindi l’onore e l’onere di fornire gli strumenti per capire se la tecnica deve avere un limite, pur nascendo con l’intento di superarlo. Non resta che attendere i prossimi sviluppi.
Avv. Emidia Di Sabatino
The Legal Match- sede di Bologna