Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza 22 febbraio 2022, n. 7501 hanno statuito che: “Deve essere sanzionato con l’avvertimento l’avvocato laddove consente che si possa scaricare da un sito web il modello per la sua nomina a difensore configurandosi l’accaparramento di clientela laddove è evidente l’offerta al pubblico della prestazione professionale che ricorre nella presenza della documentazione su Internet” .
In sostanza, la pubblicazione online sul sito del professionista di un fac-simile di procura scaricabile da internet viene qualificato come atto di accaparramento di clientela e rivolgendosi ad una molteplicità di soggetti si presenta come una vera e propria offerta al pubblico dal momento che internet riveste la natura di luogo pubblico virtuale. L’accaparramento di clientela trova piena concretizzazione nelle circostanze accertate dal momento che è indubbia la natura professionale della prestazione svolta dall’Avvocato una volta sottoscritto il modulo.
Le Sezioni Unite hanno ravvisato nella fattispecie (solo) una violazione dell’ art. 37 del Codice Deontologico.
Ricordiamo che ai sensi dell’art. 37, comma 4, del Codice Deontologico: “è vietato offrire, sia direttamente che per interposta persona, le proprie prestazioni professionali al domicilio degli utenti, nei luoghi di lavoro, di riposo, di svago e, in generale, in luoghi pubblici o aperti al pubblico. L’avvocato non può offrire né direttamente né indirettamente le proprie prestazioni professionali al domicilio degli utenti, nei luoghi di lavoro, di riposo, di svago, in luoghi pubblici o aperti al pubblico”) .
Costante è nella giurisprudenza delle Sezioni Unite, a partire da Cass. Sez. U. n. 26810 del 2007, l’affermazione secondo cui le norme del codice disciplinare forense costituiscono fonti normative integrative del precetto legislativo (conformi Cass. Sez. Unite. 15852 del 2009, n. 529 del 2012, n. 8313 del 2019 e n. 13168 del 2021). Esse costituiscono il parametro normativo dell’incolpazione disciplinare per cui compete alle Sezioni Unite, nell’ambito del sindacato sulla violazione di legge, controllare se sussista o meno la violazione del suddetto parametro.
La sentenza si presta ad una finale riflessione circa una certa ritrosia, da parte della nostra Corte, a riconoscere anche il profilo della anti-concorrenzialità delle condotte deontologicamente illegittime, benché la terminologia impiegata per descrivere gli illeciti e la potenzialità lesiva delle condotte è per larghi tratti perfettamente sovrapponibile.
Dott. Lorenzo Pierini
The Legal Match - sede di Lucca
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